In questa spettacolare escursione completiamo l’intero giro del Sassobianco e raggiungiamo il rifugio Sassobianco.
Un’escursione non per tutti per lunghezza, dislivello e fatica. Ma che  saprà regalare bellissime vedute sul Civetta e lunghi tratti di sentiero da percorrere in solitaria

Altezza max 2020 m
Altezza min 1100 m
Lunghezza 16 km
Dislivello 1100 m
Durata 7 h
Appoggi Rifugio Sassobianco
Segnavia sentiero naturalistico Sottoguda-Masarè, 682, 623
Come arrivare (Link Google Maps) Tra Rocca Pietore e Malga Ciapela si trova la località Boscoverde, si può parcheggiare al campo sportivo
Difficoltà Impegnativa per lunghezza e dislivello e qualche tratto un po’ impervio
Quando 09 Luglio 2023
Traccia Scarica la traccia gps
Note Per una variante più facile ci si può limitare a raggiungere il rifugio Sassobianco, partendo dalla località Caracoi-Cimai

Boscoverde

Proprio come successe con l’anello del San Sebastiano, di questa escursione non abbiamo trovato molte informazioni.
Ci siamo limitati ad aprire la cartina e studiare un percorso per raggiungere il rifugio Sassobianco e che facesse l’intero giro del Sassobianco!

Partiamo dal campo sportivo di località Boscoverde (1200 m).
Attraversiamo la strada e vediamo subito il ponticello in legno che ci fa guadare il Torrente Pettorina per immetterci nel sentiero naturalistico Sottoguda Masarè.

Percorriamo i primi 2 km di questo piacevole sentierino che costeggia il torrente fino alla prima deviazione che sale improvvisamente nel bosco.
Ahimè, c’è da fare un minimo di attenzione perché la svolta è segnalata da un semplice cartello in legno con una freccia verde.

Iniziamo a salire su uno strettissimo sentiero ormai mangiato quasi completamente dalla vegetazione fino a incrociare il segnavia 682.
Di nuovo, le indicazioni non sono molto chiare: girando a sinistra finiremmo a Pezzè.
Noi dobbiamo invece girare a destra sulla strada bianca che sale il versante della montagna.

Caracoi-Cimai

Continuiamo a salire fino a raggiungere la piccola località di Caracoi-Cimai (1364 m).
Si potrebbe partire anche da qui, noi abbiamo preferito Boscoverde perché più facilmente raggiungibile e con maggiori possibilità di parcheggio.
Oltrepassiamo la fontanella in pietra e troviamo le prime indicazioni per il rifugio Sassobianco.

Riprendiamo a salire di nuovo nel bosco in una lunga ed estenuante avanzata (oggi fa anche molto caldo), interrotta ogni tanto da qualche bella baita in legno con veduta sul monte Pelmo.
La mulattiera si interrompe ad un bivio: a destra la salita alla Cima del Sassobianco, noi seguiamo il sentierino che prosegue sulla sinistra sempre seguendo le indicazioni per il rifugio.

Rifugio Sassobianco

In questo tratto il sentiero diventa abbastanza impervio a causa della vegetazione, continuando in un lungo saliscendi fino a portarci su ampio prato dove troviamo altri cartelli.
Seguiamo sempre il segnavia 682 e finalmente, in quasi 4 h, raggiungiamo il rifugio Sassobianco! (1840 m)

Bellissimo rifugio e bellissima vista sul Civetta, una pausa è obbligatoria prima di affrontare l’ultima parte.

Ritorniamo sul sentiero che adesso prosegue per nostro sommo gaudio quasi pianeggiante tra boschi e prati.
Di tanto in tanto una pausa è obbligatoria per ammirare le pareti del Civetta, alle nostre spalle!

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Forcella S-ciuota o Schiota

Arriviamo a un cartello che ci dice essere arrivati a Val delle Fontanelle (1900 m), forse riferito ai numerosi corsi d’acqua che si vedono lungo i pendii?
Ora seguiamo le indicazioni per forcella S-ciuota o forcella Schiota, questo tratto fa anche parte dell’Altavia dei Pastori.

Per un breve tratto scendiamo ripidamente, per poi dover affrontare una nuova e faticosa salita.
Non a caso siamo sull’Altavia dei Pastori e infatti in pochi metri ci troviamo a zigzagare tra un’infinità di pecore abbarbicate su questi impervi pendii.

In questo tratto serve molta attenzione a non perdere i non molto evidenti segnavia!
Con un discreto fiatone arriviamo finalmente a forcella Schiota (2021 m), dove un pastore e il suo cane distesi sull’erba osservano dall’alto il loro gregge.

Approfittiamo della bella vista sulla Marmolada per riprenderci dall’ultima salita di oggi.
Dalla forcella seguiamo il segnavia 623 che piega decisamente in discesa nella vallata davanti a noi.

Ritorniamo rapidamente nel bosco dove qualche spiazzo ci regala un’improvvisa vista sulle vicinissime pareti del Sassobianco.

Tra alcuni alberi schiantati e dei punti del sentiero un po’ franati (solo un po’ di attenzione, mai nulla di pericoloso) questa lunga discesa ci fa uscire dal bosco a pochi metri dal punto di partenza.
Vista la poca acqua, guadiamo il torrente aiutandoci con alcuni sassi per fare ritorno al campo sportivo.

In quasi 7 h abbiamo concluso questo avventuroso giro del Sassobianco!

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